viernes, 15 de octubre de 2010

Quella sporca dozzina


13 Ottobre 2010:

Manca solo la campana da caserma che richiami all’attenti, nella fredda mattina di Cercedilla, sperduta sierra spagnola. Ancora assonnata, la truppa italo-spagnola si presenta alla spicciolata al rancio offerto dall’albergo. Come la peggiore delle naje, ci si presenta in fila uno dopo l’altro per ricevere la nostra dose di brodaglia bollente, lontana reminiscenza del nostro amato caffè italiano. L’attendente cuoca ci aspetta al varco, sorriso maligno e mestolo come arma di distruzione di massa. Un’altra pesantissima giornata di lavoro attende i giovani eremiti delle due delegazioni, selezionati neo salvatori del mondo moderno. Lavoro, lavoro e poi ancora lavoro, questo è il programma che ci aspetta.
Nella mente di ognuno si incunea la domanda constante, dal profondo si incunea fino a sfiorarci le labbra. “ Chi ce l’ha fatto fare? “

Cazzata, idiozia, stupidaggine. Scegliete voi il termine che vi aggrada di più, ma niente di tutto questo rasenta neanche lontamente la permanenza yodica in quel di Cercedilla.
Sì, la sveglia è alle 9. E’ vero, il caffè fa schifo e la povera cuoca che ci sopporta ogni mattina non è proprio l’idealtipo di simpatia. Ma in fondo a noi “checcazzosenefrega” .
Ieri sera la notte è stata lunga, e a forza di patatine e coca-cola (e babbo natale e santa lucia esistono davvero… ndr) si è rimasti a sparare stronzate fino a tardi.
Oggi un tiepido sole scalda la sierra spagnola, e per noi stanchi metereopatici questo calore rappresenta un buonissimo presagio. Le dinamiche di gruppo aiutano a empezar i nostri pochi neuroni, e alle 11 siamo belli freschi per ricevere un tris d’assi niente male. Grazie alle conoscenze dei colleghi spagnoli, sono venute a trovarci Maria, Immaculada e Ana Rosa, tre delegate di Organizzazioni del valore di Caritas e Movimiento por la Paz, famose e attive a livello mondiale. Ascoltare le loro presentazioni è un autentico piacere, e  la mattinata scorre veloce tra esperienze di campo e interessanti intrighi di cooperazione. Le motivazioni dei volontari tendono a volte a vacillare di fronte alle difficoltà, ma alla fine di questa lunga chiaccherata la volontà comune di raggiungere il nostro obiettivo è più che mai rinvigorita.

Dopo il pranzo in compagnia e la siesta tipicamente spagnola, Federica e Mattia presentano il loro report sulla situazione italiana di fronte agli obiettivi di sviluppo del Millennio. Mani nei capelli e incredulità sono ormai una triste routine parlando di governo italiano e politiche estere, ma è interessante osservare le facce incredule dei colleghi spagnoli. D’altronde, c’è chi dice che per affrontare il nemico bisogna conoscerlo a fondo..
Dopo la presentazione e un rapido brain storming, il dibattito e il confronto si rivitalizzano di fronte alla struttura che la nostra relazione dovrà assumere. Idee simili e proposte diverse portano a volte a momenti di riflessione, ma è proprio questo in fondo l’obiettivo. Alle otto e mezza, dopo una sessione di lavoro piuttosto intensa, i ranghi si sciolgono e a piccoli gruppi si va a cena. Manco a dirlo, le patate ci attendono, ma questo non è mai stato un problema nella vita di un giovane yodico.
Successivamente, il nostro digestivo alternativo è rappresentato dall’ennesima attività giornaliera. Sognando amari e limoncini vari, ci si mette all’opera ancora per creare slogan e magliette. Domenica si partecipa ad uno sciopero a Madrid, ed è giusto presentarsi con una qualche idea da portare avanti.
Dalle undici, messi via i paper seriosi e le teste brillanti, riappaiono una ventina di ragazzi di vent’anni, scanzonati e con una grossa voglia di divertirsi. Gli spagnoli sfruttano l’alma latina per impartirci lezioni di ballo, noi ci rifacciamo insegnando loro un “bella ciao” d’altri tempi. La sporca dozzina italiana, stanca e soddisfatta, si ritira agli alloggi in vista di un’altra giornata campale.
Yoda die hard.

              Davide Angeli

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